13 aprile 2022 – “Essere autistico è un po’ come avere un sistema apple e gli altri sistemi android: riescono a comunicare tra di loro ma occorre un programma”. Con questa incredibile definizione del proprio stato di salute un ragazzo autistico di 15 anni descrive in che cosa consiste il suo disturbo. E in questa citazione sta il nocciolo dell’intera presa di coscienza di una problematica ampiamente trattata dal Kiwanis Club di Casale Monferrato che – lo ha ricordato al Castello il Presidente Renza Marinone – si è trattato del primo service dopo la pandemia. Roberta Buosi, primario della SC Oncologia del Santo Spirito, ha moderato il convegno.
Raffaella Di Comite, medico specialista in Neuropsichiatria Infantile SC NPI ASL AL, ha illustrato il Progetto dell’ASL: «Prima della diagnosi, è fondamentale individuare gli indicatori precoci del disturbo sui bambini, quei segnali di rischio che corrono i piccoli pazienti. C’è solo una diagnosi clinica, in quanto non esistono marker sanguigni o altre analisi per poter diagnosticare il disturbo autistico. Ci si basa sulle osservazioni. Il manuale D5M5 consente di individuare varie classificazioni. Si parla ormai unicamente di disturbi dello spettro autistico e non più di patologie individuali. Vengono osservati i comportamenti bizzarri come linee riflesse di un prisma ottico. Lo spettro va da due estremi: da quello grave che colpisce la sfera cognitiva, a quello più leggero che consente a chi ne è colpito di vivere una vita piuttosto normale sia pure tra varie difficoltà». I dati: Usa, Italia, ASL AL. Ecco alcuni dati: negli Stati Uniti, 1 caso su 100, in Italia 1 su 77 tra i bambini dai 7 ai 9 anni con una presenza autistica nei maschi quattro volte superiore rispetto alle femmine. Per quanto riguarda l’ASL AL, tra 0 e 18 anni, ci sono 617 minori di cui 500 maschi e 117 femmine. Per migliorare il quadro complessivo di chi è affetto da disturbi dello spettro autistico, è di grande importanza il ruolo di insegnanti e genitori. De Comite ha sottolineato che l’area maggiormente compromessa è quella rappresentata dall’interazione sociale. Ecco allora che giocano un ruolo importante i cosiddetti stereotipi motori, vale a dire quei criteri necessari per fare la diagnosi che tengono conto della sensorialità, dell’alterazione della sensibilità, il gioco, l’isolamento. L’ASL AL, nel 2016, seguendo le linee della Regione, ha adottato il Nucleo DPS con la presa in carico integrata che ha visto interagire scuola, educatori sociali.
Arianna Salandin, psicologa del Progetto Autismo ASL AL, ha focalizzato il proprio intervento sul ‘Parent Training’ ponendo in rilievo il ruolo genitoriale: «Entrano in funzione le strategie con l’affidamento di compiti che i genitori devono svolgere tutti i giorni per quanto riguarda il gioco, la gestualità, gli sguardi per suscitare la curiosità dei figli affetti da disturbi dello spettro autistico. Un genitore distaccato, fa più fatica ad affrontare i problemi. Ecco allora che entra in gioco la cura di sé che rappresenta un’ulteriore terapia ascoltando e recuperando gli spazi perduti».
Erica Gigli, educatrice professionale del Progetto Autismo AL AL, ha parlato della propria esperienza con la presa in carico di 14 pazienti dai 5 ai 17 anni: «Cosa faccio? Innanzitutto valuto le preferenze scegliendo ciò che piace di più: test, modalità, trattamento applicando il Metodo ABA con le storie sociali, la comunicazione, il ripensamento degli spazi facendo insomma rete e sostenere le famiglie».
Natalia Terzolo, psicologa Progetto Autismo ASL AL, si occupa di preadolescenti e adolescenti all’interno di un ingranaggio ben oliato che coinvolge genitori, insegnanti e caregiver. Ventidue i pazienti attualmente in carico. «Ai colloqui clinici, dopo aver contattato i genitori, si parla della quotidianità del ragazzo autistico. Entrano in gioco le emozioni, che vanno decodificate, è fondamentale sviluppare la doppia empatia».
Cristina Tartara, Presidente AGSA di Casale Monferrato, realtà nata nel 2018, ha illustrato la mission dell’associazione: tutela dei diritti, corretta informazione e formazione e ha lanciato alcune proposte: «I genitori devono conoscere i servizi corretti e imparare a chiederli. All’AGSA ci domandano, quando hanno ottenuto la diagnosi, interventi concreti. Purtroppo – ha sottolineato Tartara – le convenzioni sono bloccate. Bisogna aprirle con i centri specializzati per ridurre le liste di attesa. Se si nega un diritto, si condanna un bambino, invece di migliorargli la vita. Serve un dialogo continuo e costruttivo».
Francesca De Bernardi, Presidente dell’Associazione per l’Autismo Enrico Micheli di Novara, sorta nel 2009, ha parlato della propria esperienza professionale con l’ASL dove si occupa di bambini ma anche di adulti affetti da problemi dello spettro autistico.
Anna Maria Avonto, direttore del Socio-assistenziale, ha sottolineato l’importanza della formazione degli psicologi dal sociale e di affiancarli, nella quotidianità alle famiglie.
L’assessore Luca Novelli ha rimarcato il ruolo e il segnale dato dalla città in questo campo sensibile, che sta dando risultati.
Roberto Stura, Direttore del Distretto ASL AL di Casale Monferrato, ha sottolineato il ruolo dell’azienda sanitaria nell’affrontare le problematiche dell’autismo.