Affermare che la disabilità inclusiva sia vista unicamente nel contesto motorio è quanto mai ri-duttivo. Sì, perchè occorre inserire anche quelle della sfera autistica, visiva, sensoriale, intellettiva. Se ne è diffusamente discusso al Candiani nel corso del convegno sul trasporto inclusivo moderato da Marco Novarese (UPO Master imprese turistiche) organizzato dal Kiwanis Club e da I Care Family con il patrocinio dell’Amministrazione comunale rappresentata dagli assessori Vito De Luca e Luca Novelli. «Lo sforzo – ha detto il primo – è proiettato ad elevare la sensibilità diffusa attraverso il miglioramento della segnaletica e la progressiva eliminazione delle barriere architettoniche». «Le associazioni in rete – ha aggiunto Novelli – vanno sostenute a livello amministrativo per rispondere ai bisogni dei cittadini». In sala – lo ha annunciato la prossima Presidente del Club kiwaniano cittadino Patrizia Melanti – studenti del Leardi e del Cellini. La presidente del Kiwanis Renza Marinone ha elogiato il Comune: «E’ sceso in campo dandoci una grossa mano anche sotto il profilo economico dando luogo ad una rete comunicativa che ci ha permesso di formare 256 insegnanti». Marinone ha illustrato le tappe che hanno condotto a far sì che Casale Monferrato potesse diventare città inclusiva per l’autismo con Prato e Nicosia. «Tre poli su cui scommettere» ha detto Giuseppe Bertini, Chair Autismo. Venendo al ‘focus’, gli interventi hanno sviscerato la centralità del tema: il turismo inclusivo e accessibile a tutti in un territorio accogliente. Parlare di turismo accessibile significa che la vacanza è sì un momento di svago e relax ma che bisogna anche fare i conti con situazioni di disabilità e di disagio temporaneo che limitano la mobilità stessa della persona e questo può essere un ostacolo insormontabile che rende il turismo inaccessibile. Ecco che allora – e questo è stato sottolineato dai relatori – che nasce la necessità di creare un collegamento tra i vari servizi in modo da renderli realmente utilizzabili assicurando l’accessibilità di ricettività, trasporti, mobilità, ristorazione, informazione affidabile sulle strutture e i percorsi, servizi sanitari. Anna Fazio, del Kiwanis di Prato, ha detto che si parla di inclusione in quanto tanti soggetti vengono collocati fuori dagli schemi: «L’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro non basta, come è insufficiente l’assistenzialismo. Bisogna operare in rete, all’interno del Terzo Settore». Giovanna Scacheri, Presidente provinciale di Federalberghi, ha inviato una nota nella quale ha detto che l’intera filiera del turismo accessibile e inclusivo deve necessariamente coinvolgere tutti gli operatori pubblici e privati che, unendo risorse, capacità e sinergie possano ottenere parità di diritti e di doveri, avere partecipazione alla vita sociale, raggiungere un ampio grado di autonomia nella fruizione turistica. A trattare il tema del trasporto inclusivo, che figura tra gli obiettivi dell’Agenda 2030, l’amministratore del Gruppo Stat Paolo Pia: «Il mondo dei viaggi è trasversale, occorre rendere spazi, comunità e ristorazione per creare quel benessere circolare, sociale e anche dal punto di vista dell’economia». Anna Maria Avonto, Direttore del Socio-as-sistenziale dell’ASL, ha detto che i ragazzi disabili hanno diritto alla gioia e che l’inclusione passa anche da questo. Ma non esistono solo lavoro e buone pratiche, bisogna rapportarsi con gli operatori. «Si parla tanto di barriere da eliminare ma ci sono altre cose: spesso mancano farmaci per gli autistici, collegamenti con gli alberghi dove sarebbe utile la presenza di un infermiere. E poi, mancano giochi per i disabili…». Barbara Gramolotti ha illustrato il progetto in atto nel Novese incentrato sull’informazione e l’ascolto di progetti condivisi. Lorenzo Perfumo, LGV Group, catena alberghiera del Piemonte, si è soffermato sull’accoglienza, Angelo Marinone, Fondazione Slala, società logistica della mobilità, ha detto che pianificazione dei servizi e visione globale sono concetti indispensabili da portare avanti tralasciando quello che può rappresentare un approccio particolare. Paolo Robutti, Presidente Abilitando: «Accoglienza ai disabili? Sì, ma il discorso deve essere collegato al business. Il turismo è per tutti: anziani che faticano a deambulare, donne con la carrozzina, persone ipovedenti. Le soluzioni che la tecnologia offre sono tante: laboratori per bambini con basso quoziente intellettivo. Chi non vede o è sordo, come fa a visitare un museo? Ci sono barriere culturali da demolire. In hotel un cieco deve sapere dov’è la scala, la camera, il bagno, le opere museali possono essere riprodotte in 3D, creando delle copie, per essere toccate dagli ipovedenti. Per gli allettati ci sono robot che consentono di poter visitare un museo». Da Pia, precise indicazioni: viaggi intermodali; assistenza farmaco-logica in loco ma non solo: «Mi im-pegnerò a creare un nuovo modo di viaggiare con la predisposizione di orari fruibili da parte degli ipovedenti con filmati e sottotitoli» Bernabò Bocca, Presidente nazionale Federalberghi, sottolinea da sempre che un paese che rivolge insufficiente attenzione ai propri cittadini con bisogni speciali, difficilmente riuscirà a prendersi cura dei forestieri che abbiano analoghi bisogni.