In occasione dei 150 anni che ricorrono dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, si è tenuto giovedì 8 giugno, presso i saloni del Circolo Ricreativo, un importante appuntamento del Kiwanis Club Vercelli presieduto da Laura Bellini, con ospite relatore la prof.ssa Lucia Calvi, la quale ha intrattenuto i numerosi soci presenti con una interessante conferenza dal titolo “Alessandro Manzoni: un grande scrittore, un grande italiano, un grande milanese”.
Lucia Calvi, socia e presidente eletto per l’anno sociale 2023-2024 del Kiwanis di Vercelli, laureata alla Cattolica di Milano ed insegnante per diversi anni di italiano, storia e geografia presso le scuole medie di Candelo, Villata e per vent’anni alla Ferrari di Vercelli, ha intrattenuto i soci e gli ospiti presenti partendo e traendo spunto dalle parole del Presidente Mattarella durante la sua recente visita a Milano in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della morte del grande scrittore.
La conferenza si è sviluppata con un taglio estremamente fluido e piacevole, con aneddoti particolari della vita del Manzoni, esulando dai canonici frammenti agiografici che tutti ormai conoscono. È stata richiamata la devozione e l’ammirazione che i milanesi nutrivano per lui, che è sfociata nella grandissima partecipazione di folla ai suoi funerali in Duomo il 29 maggio 1873, a cui parteciparono le più alte cariche dello Stato, tra cui il futuro re Umberto I e le rappresentanze della Camera e del Senato, funerali però che avevano visto tra gli assenti Giuseppe Verdi, il quale per celebrare il primo anniversario della scomparsa di Manzoni diresse nella chiesa di San Marco la sua Messa da Requiem: Manzoni, come Verdi, si era impegnato per l’unità di Italia avvenuta pochi anni prima, e condivideva dunque con lui i valori tipici del Risorgimento, di giustizia e libertà, la sua morte gli fornì dunque l’occasione per realizzare il vecchio progetto, questa volta componendo l’intera messa.
Dopo una giusta ed esaustiva digressione sui Promessi Sposi, richiamando come nonostante in Italia i letterati, legati a modelli tradizionali, ritenevano il romanzo un genere troppo ‘basso’ e popolare, Manzoni, che era diventato famoso come poeta lirico e tragico, non si vergognò invece di scrivere un romanzo, perché voleva raggiungere il maggior numero possibile di lettori, la prof.ssa Calvi ha ricordato quanto attinente al poeta quando gli fu proposto di essere nominato senatore del Regno d’Italia: di fronte alla nomina a senatore a vita Manzoni restò perplesso se accettarla o meno perché era balbuziente, ma alla fine il 29 febbraio 1860 divenne senatore all’età di 75 anni. Nonostante l’età e le sue fobie non esitò a viaggiare per essere presente alla votazione del ’64 a favore dello spostamento della capitale da Torino a Firenze e poi da Firenze a Roma, città che nel 1872 gli conferirà la cittadinanza onoraria.
Infine come conclusione, prima delle domande e del dibattito finale, sono state ricordate le donne del Manzoni, donne che per motivi diversi hanno avuto un’influenza fondamentale sulla vita del poeta: Giulia Beccaria, la madre libertina ed Enrichetta Blondel, prima moglie del Manzoni al quale diede dieci figli, ritenuta a giusto titolo la “santa di casa”. Nondimeno importante la figura di Teresa Borri Stampa, vedova giovanile, ricca e brillante, che sposa l’uomo di cui si era innamorata addirittura prima di conoscerlo personalmente.
Al termine della serata, Laura Bellini, ringraziando la gradita ospite per la bellissima serata proposta e per le riflessioni condivise, ha dato appuntamento ai soci per giovedì 22 giugno per l’ultima serata conviviale del Club prima delle ferie estive.