Dal Chair Diritti dei Minori C.A. Mauceri – Il Parlamento Europeo

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Cari Amici,

Tra poche settimane, gli europei saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi delegati al Parlamento europeo. Sarà un momento importante per molti ragazzi che per la prima volta dovranno assumersi la responsabilità di scegliere i propri delegati. Molti di loro arriveranno a vivere questo momento impreparati, non sono ancora pronti: le informazioni che ricevono durante le (poche) ore di Educazione Civica non sempre sono sufficienti per approfondire la conoscenza delle Istituzioni dell’Unione Europea, della loro costituzione e del percorso che le ha portate ad essere quello che sono.
Per questo motivo, di comune accordo con il Governatore Francesco Garraffa, abbiamo deciso di scrivere una serie di brevi articoli (che verranno pubblicati sul sito del Distretto ma anche su un giornale on line: un’occasione in più per mostrare al mondo che il KDISM è ATTIVO) nei quali spieghiamo AI GIOVANI quello che non sempre a scuola è stato detto loro. Il tutto in modo ASSOLUTAMENTE APARTITITO e APOLITICO, senza alcuna indicazione o forma di influenza che possa portare a scegliere un partito o l’altro, questo o quel candidato.
Un’opportunità in più per il Kiwanis Distretto Italia San Marino per tutelare i Diritti dei Minori.
Un’iniziativa che, grazie all’aiuto della Responsabile dei Key Club Rachelina Orsani, speriamo possa essere condivisa anche con tutti i Key Club del Distretto.

IL PARLAMENTO EUROPEO (Parte Prima)
di C. Alessandro Mauceri, 8 Maggio 2024

Tra circa un mese gli elettori dell’Unione Europea saranno chiamati alle urne per rinnovare i propri delegati al Parlamento Europeo. Ma forse non tutti conoscono cos’è realmente il Parlamento Europeo. Quali saranno i compiti degli europarlamentari eletti e nemmeno come funziona davvero la macchina dell’Unione Europea. Per averne conferma basta porsi alcune domande: sapevate che da giugno 2024, i deputati al Parlamento Europeo saranno meno che nella scorsa legislatura? eravate a conoscenza che già nel 2020 il loro numero era cambiato? sapete quante sono le Commissioni dell’Europarlamento (e di cosa si occupano)? sapevate che non è raro che il Parlamento Europeo chieda ai cittadini di esprimere il proprio parere su temi sui quali dovrà decidere a breve? sapete quali sono i gruppi e i sottogruppi in cui è diviso il Parlamento Europeo? e inoltre, sapete quale è l’età per andare a votare per l’europarlamento nei vari Paesi dell’UE (non in tutti i Paesi si diventa “elettori” a diciotto anni)? e qual è la differenza tra Consiglio d’Europa, Consiglio dell’Unione europea e Consiglio Europeo?

Per rispondere a queste domande (e molte altre), nei prossimi giorni, grazie alla collaborazione di Lo Spessore, pubblicheremo una serie di brevi articoli nei quali cercheremo di informare i più giovani su quali sono i loro diritti a livello comunitario. Forse non tutte le ragazze e i ragazzi sanno che, all’interno dell’UE, la protezione e la promozione dei diritti dei minori è (o dovrebbe essere) uno degli obiettivi principali del Parlamento Europeo. Oltre che dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, la tutela dei diritti dei minori, infatti, è sancita dall’art.3 del Trattato sull’Unione Europea[1]. (ma qualcuno di voi lo ha mai letto?) Per garantire il rispetto di questi buoni propositi, ogni Stato membro dell’UE è stato addirittura chiamato a scegliere un Coordinatore per la Garanzia dell’Infanzia, responsabile dell’elaborazione di piani d’azione nazionali fino al 2030 [2] (si badi bene a non fare confusione con il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza). Il rapporto biennale per l’Italia è stato pubblicato dal Coordinatore designato solo poche settimane fa [3]. Ma siamo certi che non sono molti gli adolescenti che lo hanno letto. Non bisogna dimenticare, inoltre, che sia la Strategia Globale dell’UE sui Diritti dei Minori che la Garanzia Europea per l’Infanzia prevedono la consultazione dei cittadini, delle parti interessate e, soprattutto, dei minori: il loro giudizio molte volte viene chiesto sia mediante consultazioni online che in altri modi.

A breve, gli elettori dei Paesi dell’UE saranno chiamati ad eleggere 720 membri del Parlamento Europeo. Fino al 2020, gli europarlamentari erano 751. Poi, con l’uscita del Regno Unito dall’UE, il loro numero è sceso a 705. Nel 2023, però, il Consiglio dell’UE ha deciso di aumentare il loro numero a 720 a partire proprio dalle elezioni europee che si svolgeranno a giugno 2024. Francia, Spagna e Paesi Bassi otterranno ciascuno due seggi in più. Austria, Danimarca, Belgio, Polonia, Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Slovenia e Lettonia otterranno un seggio in più. La rappresentanza dei vari Stati dipende dal numero degli abitanti: il Paese che ha il numero maggior di seggi è la Germania (96) seguita dalla Francia e dall’Italia.

All’interno dell’Unione europea, ogni Paese sarà libero di gestire le elezioni secondo le proprie modalità elettorali (a patto che siano garantite alcune regole fondamentali quali l’uguaglianza di genere e la segretezza del voto). Ad eleggere gli eurodeputati saranno cittadini europei con un’età minima diversa: in Austria, Belgio, Germania e Malta l’età minima per esercitare il diritto di voto è fissata a 16 anni, in Grecia 17 anni, 18 negli altri Stati membri.

Una volta eletti, gli eurodeputati non sono raggruppati all’interno del Parlamento Europeo in base alla nazionalità ma per “affinità politiche”. Nella scorsa legislatura, i Gruppi politici in cui erano divisi gli europarlamentari erano sette:

Esistono poi gli intergruppi per discutere di argomenti o temi specifici.  Il funzionamento degli intergruppi è disciplinato dall’articolo 35 del regolamento e da altre regolamentazioni interne. Secondo le regole della trasparenza, solo i rappresentanti di interessi iscritti nell’apposito registro possono partecipare alle attività degli intergruppi organizzate in seno al Parlamento. Ogni intergruppo, però, è obbligato a pubblicare una dichiarazione annuale di interessi finanziari che copra tutto il sostegno ricevuto in denaro o in natura (sostegno finanziario, personale e materiale). Agli intergruppi è vietato utilizzare i nomi o i loghi del Parlamento o dei gruppi politici, esprimere un parere a nome del Parlamento, svolgere attività che potrebbero creare confusione con le attività ufficiali del Parlamento o dei suoi organi, svolgere attività che potrebbero avere un impatto negativo sulle relazioni con le istituzioni dell’UE o i Paesi terzi e organizzare eventi in Paesi terzi che coincidono con una missione di un organo ufficiale del Parlamento, compresa l’osservazione elettorale. Attualmente gli intergruppi esistenti sono i seguenti:

Nel prossimo articolo parleremo delle Commissioni.

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