Dal Chair Autismo e Città inclusiva, Anna Fazio – Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

Cari soci,

Il 2 aprile ricorre “La giornata mondiale della Consapevolezza sull’Autismo”.

Il KIWANIS DISTRETTO ITALIA SAN MARINO, con il Governatore Francesco Garaffa e tutti i soci, intende celebrare questa giornata.

La ricorrenza pone sotto l’attenzione di tutti il rispetto dei diritti delle persone con lo spettro autistico, promuove la ricerca e la diagnosi contrastando la discriminazione e l’isolamento di cui sono ancora oggi vittime le persone autistiche e le loro famiglie. L’autismo è parte di questo mondo non è un mondo a parte.

In Europa il nostro Paese è fra quelli che dedica ancora poche risorse alla protezione sociale delle persone con disabilità.

C’è carenza di preparazioneche coinvolge scuole e terzo settore, spesso incapaci di prendersi carico delle particolari necessità delle persone autistiche. Questo si traduce in una mancanza di pari opportunità educative e sviluppi lavorativi.

In Italia, si stima che un bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico   con una prevalenza maggiore nei maschi: i maschi sono 4,4 volte in più rispetto alle femmine.

Il tasso di rischio di avere bambini autistici è più alto del 66% nel caso di padri con età sopra i 50 anni rispetto ai ventenni, nel caso di 40enni si passa al 28%. I ricercatori hanno anche rilevato un tasso di rischio del 18 per cento più alto tra le madri adolescenti rispetto a quelle ventenni.

Fatte queste premesse ci chiediamo cosa possiamo fare e come possiamo interagire sia con i ragazzi che con le famiglie.

In questi anni il Kiwanis ha consolidato i rapporti con le istituzioni locali e con lo sportello “S.O.S. Autismo e dintorni” tutto ciò, ci ha dato l’opportunità di partecipare alle programmazioni con tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione dei vari eventi sia in occasione del 2 aprile che in modo continuativo. L’obbiettivo è quello di rendere sempre più la città di Prato, una città inclusiva e funzionale, attraverso contatti con le attività commerciali. Il compito del Kiwanis sarà quindi anche quello di una più capillare presenza, promuovendo convegni per parlare di economia etica. La cultura dell’inclusione, passa attraverso il lavoro, dobbiamo iniziare a parlare di volontariato d’impresa.

Non è necessariamente di rilievo fare grandi manifestazioni che spesso rimangano eventi isolati, il nostro compito sarà quello di prendere contatti con le varie associazioni presenti nei territori e farsi promotori di idee alternative che diano respiro almeno per qualche giorno o qualche ora alle famiglie, avvicinare i ragazzi/e farli sentire parte integrante del nostro sistema, ascoltare il loro punto di vista,  il loro sguardo sulle cose, il loro modo di sentire, ciò che desiderano e ciò che li mette in difficoltà.

Tutte queste semplici cose potrebbero abbattere le barriere, l’ignoranza, il timore, l’indifferenza o ancora peggio il rifiuto.

Ci sono molti più aspetti che ci accomunano di quelli che creano distanza.

Pur essendoci una grandissima platea di grandi nomi affetti dalla sindrome di Asperger, da Albert Einstein, Michelangelo, Elon Musk e tantissimi altri, soggetti dotati di incredibili capacità mentali, persone di questo tipo non sono rare, e tantomeno possono essere considerati eccezioni, quello che è importante è avvicinarsi a loro con umiltà amore e comprensione.

I soggetti da coinvolgere oltre che le varie associazioni, sono i CTS e le istituzioni locali. Le città dovrebbero essere più aperte alle persone neurodivergenti, questo compito spetta a ciascuno di noi dobbiamo essere portatori di messaggi, di stimoli.

Una città dovrebbe prendere in considerazione le esigenze delle persone autistiche rendendo gli spazi più accessibili da un punto di vista sensoriale, soluzioni per poter viaggiare in autonomia, con il contributo di tecnologie digitali per migliorare le possibilità di movimento nello spazio cittadino, modi alternativi di intendere la realtà urbana. 

Il grido che spesso si leva da parte di queste ragazze/i è “vogliamo lavorare” è una questione di dignità, per prima cosa interroghiamo le nostre coscienze di quanto e cosa potremmo fare, direi, con umiltà di andare oltre l’inclusione, il messaggio vuole essere “contaminazione”.

Questo è il mio pensiero che invio a ciascun socio, come soci kiwaniani che portano avanti la consapevolezza di servire i bambini nel mondo, possiamo fare la differenza, piccoli passi ci portano a raggiungere grandi traguardi. Grazie

Chair Anna Fazio