da Lo Spessore del 28 maggio
Premessa – In questa serie di articoli parleremo delle Istituzioni dell’Unione Europea, della loro costituzione e del percorso che le ha portate ad essere quello che sono. Il nostro obiettivo è spiegare a tutti, MA IN PARTICOLARE AI GIOVANI (sia quelli che saranno chiamati a votare tra poche settimane che in generale quelli che diventeranno maggiorenni tra poco) quello che non sempre a scuola o in televisione viene detto. Il tutto in modo ASSOLUTAMENTE APARTITITO e APOLITICO, senza alcuna indicazione o forma di influenza che possa portare a scegliere un partito o l’altro, questo o quel candidato.
Nelle scorse “puntate” abbiamo cercato di fornire qualche informazione (il termine formazione è ben altra cosa vista la materia complessa e richiederebbe molto più tempo – ma a questo potranno provvedere i Professori) sul Parlamento europeo e su ciò che gira intorno ad esso. Per chi i giovani che volessero interagire autonomamente con questo mondo, ci sono diverse possibilità. Eccone alcune.
Innanzitutto – ma siamo certi che almeno in alcune scuole questo sia stato fatto – il PE ha creato un kit di strumenti didattici destinato proprio ai ragazzi e alle ragazze delle superiori di secondo grado per consentire loro di conoscere meglio l’argomento “elezioni europee”. Il kit in formato PDF è disponibile a questo link oppure può essere scaricato inquadrando il QR Code riportato qui sotto:
Il kit didattico è fatto davvero bene. Tra l’altro prevede anche una serie di step con delle semplici verifiche per essere certi che i lettori (non sarebbe male che anche gli adulti, ogni tanto tornassero a scuola per rinfrescare quello che hanno dimenticato) hanno letto con attenzione quanto riportato prima.
Altra opportunità per i giovani è invitare la propria Scuola a diventare “Scuola ambasciatrice certificata del Parlamento europeo”. Ad oggi nell’Ue sono circa 2000 le scuole ambasciatrici certificate del Parlamento europeo, con 5000 insegnanti nominati ambasciatori senior e quasi 35000 studenti ambasciatori junior. Queste scuole fanno parte di una rete che fa parte di una comunità più ampia che collabora con il Parlamento europeo. La rete offre alle scuole partner la possibilità di partecipare a un’ampia gamma di attività organizzate dal Parlamento europeo. Alla fine di ogni anno scolastico vengono valutate le attività svolte dalle scuole.
Per i ragazzi e le ragazze dai 14 anni in su provenienti da tutti i 27 Stati membri dell’UE, dai Paesi candidati e dagli ex Stati membri, è stata pensata un’altra iniziativa interessante: diventare europarlamentari per un giorno. L’obiettivo è far comprendere il funzionamento delle istituzioni europee, di discutere di democrazia, diritti fondamentali e valori europei e di esprimere opinioni personali sulle decisioni prese a livello di Unione europea. I giovani selezionati (in Italia le selezioni sono a Roma e Milano) potranno discutere, prendere posizione, negoziare, modificare, votare e infine adottare risoluzioni su tematiche europee reali.
E per chi non dovesse superare le selezioni nazionali? Non c’è problema. Anche per loro c’è la possibilità di visitare il Parlamento europeo e vivere l’esperienza di cosa vuol dire “europarlamentare”. Questo gioco di ruolo è pensato per gruppi di studenti delle scuole secondarie divisi in gruppi politici immaginari (NESSUN LEGAME QUINDI CON QUESTO O QUEL GRUPPO DEL PE o DI QUESTO O QUEL PARTITO POLITICO NAZIONALE!) che seguono l’intera portata del processo legislativo, dalla consultazione dei gruppi di interesse alla formazione di alleanze, fino ai negoziati con altre istituzioni e ai colloqui con i media. Il gioco dura circa 2 ore e mezza, deve essere prenotato in anticipo ed è gratuito (restano a carico degli studenti o delle scuole le spese di viaggio e vitto e alloggio).
E per i giovani che non volessero/potessero andare a Bruxelles/Strasburgo? Anche per loro esistono tante possibilità per apprendere divertendosi. Per loro il Parlamento europeo organizza colloqui online in una qualsiasi delle 24 lingue ufficiali dell’Unione europea. Il gruppo di ragazzi e ragazze potrà incontrare virtualmente il personale del Parlamento europeo e scoprire come partecipare alla “creazione della democrazia europea” partendo dai seguenti argomenti: storia e i valori dell’Unione europea; struttura delle istituzioni europee e il loro funzionamento; poteri, composizione, ruolo, funzionamento e attività del Parlamento europeo; impatto dell’Unione europea nella vita quotidiana; mezzi per interagire ulteriormente con il Parlamento europeo e condividere le proprie opinioni e idee sui temi dell’UE. È possibile anche invitare un deputato al Parlamento europeo a parlare al gruppo.
Le opportunità per i giovani per far vivere più da vicino e comprendere ciò che sta avvenendo in questi giorni (e di cui i media, purtroppo dicono sempre troppo poco) sono tantissime. Tra le più importanti forse c’è la possibilità di far sentire la propria voce, il proprio giudizio su alcuni temi. Il “diritto all’ascolto” è sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite per i Diritti dei Minori comunemente detta CRC (Convention of the Rights of the Child). L’articolo 12 comma 2 della CRC parla del diritto all’ascolto delle opinioni del minore affermando che i TUTTI i bambini, le bambine, ragazzi e le ragazze devono avere la possibilità di essere ascoltati (specie nel caso di procedure giudiziarie o amministrative che li riguardano, sia direttamente sia tramite un rappresentante o un organo appropriato). La Convenzione è stata ratificata dall’Italia con legge n. 176 del 27 maggio 1991 (spero che qualcuno ve l’abbia detto).
Anche Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli, approvata a Strasburgo il 25 gennaio 1996 (e ratificata in Italia con legge del 20 marzo 2003 n. 77), prevede un vero e proprio “ascolto informato”, assumendo che al minore (“purché considerato dalla legge nazionale come avente un sufficiente discernimento”) debbono essere riconosciuti una serie di diritti di informazione e di rappresentanza.
Il diritto all’ascolto informato comprende – tra l’altro – il diritto di ricevere tutte le informazioni, essere consultato ed esprimere la propria opinione nel corso della procedura, nonché il diritto di essere informato sulle possibili conseguenze delle aspirazioni da lui manifestate e delle sue decisioni (art. 3). Il c.d. “ascolto informato” del minore capace di discernimento non è solo un principio guida GENERICO. Se questo non bastasse, la libertà di opinione del fanciullo è tutelata anche dalla Carta di Nizza, del 7 dicembre 2000, il cui art. 24, par. 1, prevede che “I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione; questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità”. Tutti questi principi sono stati “consacrati anche nel diritto dell’Unione Europea”.
Ora sta ai giovani chiedere… no: PRETENDERE di essere informati di tutto ciò che li riguarda. A cominciare da ciò che sta avvenendo al Parlamento europeo.
Il Parlamento Europeo (Parte Terza)
Il Parlamento Europeo (Parte Seconda)
Il Parlamento Europeo (Parte Prima)