Il 3 ottobre è la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.
Secondo i dati del Missing Migrants Project, che dal 2014 registra le persone che muoiono nel processo di migrazione verso una destinazione internazionale, indipendentemente dal loro status giuridico, negli ultimi dieci anni sono oltre 28mila le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mar Mediterraneo. Uomini, donne e soprattutto bambini per il quali la speranza di una vita è annegata nel mare.
In Italia, dal 2016, il giorno 3 ottobre è dedicato alla Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Una data per ricordare chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”, secondo l’articolo 1 della legge 21 marzo 2016, n. 45 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n.76 dell’1 aprile 2016), che istituisce la ricorrenza.
In occasione di questa Giornata, l’articolo 2 della legge prevede che vengano organizzati su tutto il territorio nazionale cerimonie, iniziative e incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile, al rispetto della dignità umana e del valore della vita, all’integrazione e all’accoglienza. Sugli stessi temi le istituzioni, nei propri ambiti di competenza, promuovono iniziative nelle scuole, anche in coordinamento con associazioni e organismi di settore.
Dedicare loro attenzione non è spirito d’umanità, è LEGGE DELLO STATO (eppure nessuno ne parla…)
C.A. Mauceri