Ringrazio il Governatore Garaffa di avermi affidato un così grande onore di coordinare il Comitato Valori Umani e Spirituali.
Mi permetto umilmente di esprimere il mio pensiero su cosa vuol dire Kiwanis ed essere Kiwaniano.
Il Kiwanis è impegno, condivisione, partecipazione, amicizia, cordialità, creatività, attraverso le quali è possibile realizzare idee, progetti, service a favore dei più deboli e verso la comunità ove viviamo.
Operare per il Kiwanis vuol dire essere promotori e custodi dei valori umanitari, senza attendere in cambio gratificazioni, benefici personali se non la soddisfazione di far parte di un sodalizio composto da persone straordinarie che costantemente sono impegnate ad alleviare i disagi ed i bisogni della collettività.
Il service è il vero scopo dell’esistenza del Kiwanis e deve essere sempre inteso come propulsore di tutte le attività, pur nei limiti delle disponibilità economiche.
Mi piace pensare che: “Se non puoi fare grandi cose, ricorda che puoi fare piccole cose in modo grandioso”.
Si deve sempre rafforzare il legame e l’amicizia fra i soci dello stesso club, con i soci degli altri club, cercare di operare con gli altri club service ed affrontare insieme i problemi che sono comuni a tutti.
Coinvolgere le nostre famiglie in maniera spontanea e condivisa vuol dire essere sulla strada giusta per raggiungere gli obbiettivi previsti.
Nessuno, quando decide di far parte del mondo Kiwaniano firma un contratto, ma spontaneamente assume degli obblighi che è tenuto a rispettare.
Per quanto riguarda il Comitato Valori Umani e Spirituali ho pensato a due argomenti:
– Il concetto di scopo
– il collegamento fra lo scopo ed i soci Kiwaniani
I due aspetti devono riuscire ad intrecciarsi in modo armonioso.
Abbiamo due strade per l’impegno nella nostra vita al servizio degli altri: la prima possiamo definirla “volontariato”; la seconda la possiamo chiamare più genericamente servizio.
La differenza fra queste due strade è che, nel primo caso, abbiamo delle esperienze bellissime e coinvolgenti, che ci impegnano nel tempo delle nostre capacità e nei nostri sentimenti e ci coinvolgono spesso in modo travolgente.
Quando però non pensiamo di avere più bisogno di questi che sono gli eventi della nostra vita, prendiamo altre strade con la dovuta accortezza e con la dovuta sensibilità, ma sono altre strade.
Nel secondo caso quando parliamo di servizio non parliamo di eventi o di occasioni, ma parliamo di uno stato d’animo e di una predisposizione che ci portano a mettere a disposizione degli altri tutte le nostre abilità, capacità e competenze per contribuire a migliorare la vita del prossimo ma, se ci pensiamo bene, anche la nostra vita facendo di noi delle persone migliori scoprendo così che in fondo siamo umani.
Alla base di questa differenza ci sono i percorsi personali, le occasioni, le persone che frequentiamo e con le quali ci confrontiamo e per vivere l’esperienza piena del servizio, un aspetto fondamentale è quello della coltivazione della propria spiritualità, indipendentemente dal credo religioso, dando spazio nella nostra giornata alla riflessione personale ed al confronto con quelle situazioni e quelle persone che riteniamo essere capaci di darci degli spunti che ci porteranno a migliorare noi stessi.
L’aspetto della spiritualità per come la si può intendere è legato quindi non tanto ad una serie di incontri quanto, piuttosto, alla ricerca di queste occasioni.
Promuovere, insieme agli altri soci e per tutti i soci queste occasioni vuol dire dare quella rara possibilità, nella vita quotidiana di ognuno di noi, di confrontarsi per riossigenarsi e per potere esprimere la propria adesione a quei valori universali e condivisi da tutte le donne e tutti gli uomini rispetto ai quali confrontare il nostro agire nella quotidianità.
Per tutti i soci e famiglie i miei più sinceri AUGURI per tutte le festività.
Demetrio Fiordaliso