Sabato 9 marzo alle ore 18:00 si è svolta, a Villa Manganelli, organizzata dal Kiwanis Club Catania Centro, la conferenza “La fuga dei Cervelli: tra la realtà di partire e la speranza di ritornare”, relatori la Prof.ssa Venera Tomaselli, docente di Statistica Sociale presso l’Università di Catania, e il Dr. Franco Mannino, Presidente di Officine Culturali. Presenti varie autorità kiwaniane, tra cui il Luogotenente Governatore Divisione Sicilia 2 Etna Patrimonio dell’Umanità Angelo Galea. Nell’aprire la serata, il Presidente del Catania Centro, Alfio Privitera, sottolinea il depauperamento di queste risorse piene di valore: l’Istat conferma che negli ultimi dieci anni l’Italia ha perso un milione e quattrocentomila abitanti, di cui 75.000 giovani laureati. La Prof.ssa Tomaselli spiega cos’è la fuga dei cervelli (brain drain), intesa come flusso di popolazione altamente qualificato verso altri paesi, con conseguente perdita di capacità e competenze per il paese di origine. Il primo problema è rappresentato dalla carenza di dati ufficiali, in quanto le due fonti, Istat e AIRE, sottostimano il fenomeno. La risultante perdita demografica comporta perdita di natalità delle imprese e della capacità di creare innovazione. Tra le varie cause, ritroviamo la non valorizzazione del merito, la scarsa gratificazione economica, le carenze infrastrutturali. Vari fattori economici spingono ad andare via: l’alto tasso di inflazione, l’altissimo tasso di rischio di povertà ed esclusione sociale, il tasso di disoccupazione elevato tra i giovani, il 18%. Per affrontare adeguatamente questo fenomeno, servono politiche pubbliche e aziendali; non è sufficiente solo l’incentivo fiscale per il rientro dei cervelli, ma servono anche incentivi economici e sociali. Diventa necessario realizzare una mobilità di scambio compensata tra chi va via e chi ritorna, una brain circolation, adottando un approccio sistematico.
È essenziale dare risorse alle politiche industriali, sostenendo l’innovazione, la sostenibilità, la digitalizzazione, un’industria culturale moderna e non solo turistica. Le istituzioni devono investire in formazione e ricerca, supportando scelte politiche: incentivare le aziende, modernizzare e rendere competitivi i dottorati di ricerca. Bisogna usare una strategia sistematica, analizzando i dati per trovare soluzioni. Il Dr. Franco Mannino approfondisce il tema dell’industria culturale, citando come esempio Officine Culturali, con il suo partenariato con l’Università di Catania. Va incrementato il mercato dei servizi culturali, in quanto in Sicilia ritroviamo solo 106 imprese culturali, e solo il 15% della popolazione accede a tali servizi. L’ampliamento del settore culturale contribuisce a rendere più autonomi i nostri giovani.
Goffredo Greco