Severino Scagliotti, personaggio di spicco del mondo economico-commerciale cittadino, nella serata di venerdì 8 novembre, ha ricevuto dal Kiwanis Club di Casale Monferrato un prestigioso riconoscimento: il Premio We Build assegnato annualmente a personalità del mondo imprenditoriale, culturale e della società civile che si distinguono sotto il profilo del merito. La scelta, quest’anno è caduta sul contitolare dello studio Scagliotti-Alberghina. A consegnare il premio – una targa con tanto di motivazione sull’operato – la presidente Patrizia Melanti la quale gli ha anche donato un poliedrico porta ritratti con alcune delle più significative fotografie che ritraggono la vita del 91enne commercialista originario di Ticineto. Scagliotti è stato amministratore, nella Fondazione Casa di Riposo, Lions, Rotary. Dopo aver ringraziato il Kiwanis, Scagliotti, accompagnato dalla figlia Silvia e da Alberghina e Sabrina Mesturino, colonne dello studio associato di via Garibaldi, ha risposto in maniera esauriente ad una sfilza di domande; sono stati affrontati i temi dell’economia, della politica finanziaria, senza disdegnare i lunghi viaggi compiuti in ogni parte del globo. Un fiume in piena, un ‘tuttologo’ in grado di disquisire di politica, didattica (è stato anche insegnante) cultura, dinamiche imprenditoriali, giovani… Cosa ne pensa di Trump? gli è stato chiesto “E’ un sovranista, bisognerà attendere ma credo che non realizzerà quello che ha promesso in campagna elettorale. Dovrà usare saggezza nelle grandi scelte che lo aspettano. Ridurre le imposte? Lo dicono tutti, i dazi, mandare via gli irregolari? Serve manodopera, quella qualificata ce l’ha ma serve anche l’altra. Con l’Italia confido che Trump possa adottare politiche di riguardo anche perché l’America ha più volte salvato il nostro Paese”. Scagliotti e i viaggi: “Sono stato dappertutto, quando mia moglie organizzava le colonie con l’Anffas ne approfittavo per recarmi all’estero. L’Europa l’ho girata in lungo e in largo, nel 1972 ero in Ungheria, c’era tanta miseria perché il comunismo pagava tutti ma male, in Polonia con tappa a Cracovia dove ho incontrato l’allora cardinale Wojthyla, a Sofia, in Turchia, a Capo Nord. A Parigi ero di casa così come a Londra, poi le repubbliche baltiche, San Pietroburgo, Belgio, gli Stati Uniti, il Canada, in America Latina. Pensi che a Shangai ho incontrato dei casalesi…”. Spesso i viaggi di Scagliotti non erano puramente culturali o di svago, ma erano sinonimi di trattative nel campo delle compravendite di aziende. Non potevamo con la presenza di Scagliotti non affrontare due tematiche di rilievo. A distanza di oltre un ventennio, che ne pensa dell’euro? Nel 1999, alla vigilia dell’entrata in vigore della moneta unica, nei suoi molti interventi e interviste aveva definito che la nuova valuta europea era ‘forte in un mercato altrettanto forte’. La pensa ancora così? “Sì ma c’è un distinguo da fare: l’euro è forte se è forte anche il territorio, è interesse anche dei risparmiatori ma servono bilanci a posto. In caso contrario, si avrà svalutazione”. Scagliotti è anche stato tra i fautori della seconda Corte d’Appello del Piemonte a Casale Monferrato, progetto mai andato in porto che avrebbe potenziato l’economia e l’indotto commerciale della città: “C’erano Novara, Cuneo e Asti e Casale, non essendo capoluogo di Provincia, avrebbe potuto assicurarsi la candidatura visto l’antico prestigio ottocentesco, ma non è stato così”. Scagliotti e i giovani: cosa si sente di dire? “Dico che devono acculturarsi, la laurea rappresenta la prima tappa, ma è fondamentale rilaurearsi ogni quattro anni, per progredire e ampliare le conoscenze”. E il territorio, come lo vede? “Servono investimenti qualificati, mirati da parte delle aziende che rappresentano l’ossatura dell’economia”. Poi il messaggio all’Europa: “Deve investire nella difesa e nell’industria”.