KC Lentini – “Focus: la donna oggi” per la Festa della donna

Una serata speciale per la Festa della Donna
In occasione dell’8 marzo, il Kiwanis Club di Lentini ha organizzato una serata conviviale per celebrare la Festa della Donna proponendo un dibattito su “Focus: la donna oggi”, un evento che ha visto la partecipazione di soci e amici del club. La serata è stata un momento di riflessione e celebrazione, dedicato alle conquiste delle donne, ma anche alle sfide che ancora oggi affrontano.
Il Presidente Francesco Pompeano ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti, esprimendo la sua soddisfazione per la partecipazione e sottolineando l’importanza di celebrare questa giornata, che rappresenta un’opportunità per riflettere sul percorso fatto e su quello che resta da fare per garantire pari diritti e opportunità a tutte le donne.
Successivamente, è intervenuto il segretario del club, Angelo Ferraro, che ha introdotto il tema della serata, evidenziando quanto sia importante celebrare, ma anche agire per costruire una società in cui le donne possano finalmente godere pienamente della loro libertà e dei loro diritti.

Il momento clou della serata è arrivato con l’intervento della socia Valeria Commendatore che avvalendosi  di slides nuove ed accattivanti, ha presentato i nuovi studi e le nuove teorie neuroscientifiche che mirano a cancellare il bias che per millenni ha ritenuto che la differenza tra uomini e donne consisteva in una fondamentale superiorità degli uomini. Questo in breve il messaggio nuovo e rivoluzionario emerso.

Oggi, una moderna neuroscienza, priva di stereotipi e pregiudizi contesta questa teoria opponendo dati scientifici, sicuri e obiettivi. Infatti, da recenti ricerche di Neurologi, antropologi, e soprattutto con la metodica delle nuroimaging e gli studi sul cervello è stato dimostrato che non vi sono campi in cui eccellono le donne e campi in cui eccellono gli uomini. L’intelligenza non è prevalente in uno o nell’altro sesso, ma i profili (le inclinazioni) sono diversi. Gli individui sono per l’appunto individui, diversi l’uno dall’altro. Non esistono due cervelli uguali.

Una delle più affascinanti e recenti scoperte delle neuroscienze è che non esiste un cervello unisex.

Da queste ricerche, emerge con forza una nuova immagine della donna: per nulla remissiva o subalterna, né tantomeno complementare nella sua diversità – com’è spesso definita da scienziati inconsapevoli dei loro pregiudizi – ma dotata delle medesime attitudini e capacità intellettive dell’uomo.

Il cervello di uomini e donne pur avendo le stesse potenzialità, si diversifica fin dal momento della nascita, perché influenzati dall’ambiente, dagli ormoni e da una diversa struttura quando il cervello femminile si presenta più maturo di quello maschile e si sviluppa più rapidamente, con un anticipo di circa due anni. A partire dal primo giorno dopo la nascita, le femmine guardano di preferenza i volti, mentre i maschi sono attratti dagli oggetti. Il cervello femminile è programmato per l’empatia e la comunicazione, e mostra una maggiore abilità verbale, la capacità di stabilire profondi legami affettivi, la capacità di sedare conflitti psicologici e il pregio quasi medianico di decifrare stati d’animo ed emozioni dalle espressioni facciali e dal tono della voce. Il cervello maschile è programmato per i sistemi, per le cose, e mostra una superiorità nella capacità visivo- spaziale. Le più recenti scoperte delle neuroscienze, la pluridecennale attività clinica nella cura delle malattie mentali dimostrano in sostanza che la donna possiede un cervello “unico e differente”.

Le capacità mentali dell’uomo e della donna – concludono i neuro scienziati – sono le stesse. Abbiamo, cioè uguali possibilità.

È tempo di affermare che è ormai un concetto assodato scientificamente che uomo e donna sono assolutamente diversi, nel corpo, nel cervello, biochimicamente, ma uguali nei diritti, assolutamente paritari e non perché lo afferma questo o quel  movimento culturale o politico, ma perché questa differenza è necessaria ed è codificata dalla natura che nell’evoluzione millenaria, cui l’uomo non sfugge,  ha voluto così proteggere lo sviluppo emotivo e relazionale indispensabile per sopravvivenza della specie umana. “Crediamo alla differenza biologica fra femminile e maschile e crediamo la si debba valorizzare”.

Sfiduciare la differenza di genere ha confuso archetipi con stereotipi, finendo con l’indebolire il motore del mondo, che è l’unione degli opposti per eccellenza: gli uomini e le donne.  “Sbiadire la differenza biologica porta inesorabilmente a un definitivo errore antropologico”.

Un’analisi, da parte della nostra socia Valeria Commendatore, che ha suscitato riflessioni e dibattiti tra i presenti, facendo emergere la consapevolezza che, nonostante i passi avanti, la strada per una parità completa è ancora lunga.
La serata si è così conclusa in un clima di grande partecipazione e convivialità.